Il 2025 sta per chiudersi e, se guardo indietro, non posso che definirlo uno degli anni più sorprendenti che ricordi.
Ancora una volta, le previsioni sui mercati si sono rivelate poco più che un esercizio di stile: la realtà è stata molto più complessa e, in certi momenti, persino controintuitiva.
Il contesto globale è fragile come mai negli ultimi trentacinque anni.
I rapporti tra Stati si sono fatti più tesi, le catene produttive sono state ridisegnate in nome della sicurezza e la governance internazionale ha perso forza. In questo vuoto, nuovi poli di potere imprenditoriale hanno trovato spazio.
A complicare il quadro, la Casa Bianca guidata da Donald Trump ha alimentato tensioni geopolitiche, frammentato ulteriormente l’economia mondiale con dazi ed espulsioni di massa, e persino messo a rischio la credibilità del dollaro. Lo shutdown di 44 giorni è stato un segnale forte della fragilità del sistema americano.
Eppure, nonostante tutto, l’economia globale ha continuato a crescere, spinta dall’innovazione tecnologica e da politiche monetarie più accomodanti. Ancora più sorprendente è stato il comportamento dei mercati finanziari: hanno continuato a salire con forza, quasi incuranti del rumore di fondo.
La fiducia degli investitori ha resistito anche nei momenti in cui sembrava illogico farlo.
Mentre scrivo, l’indice S&P 500 sfiora i 7.000 punti, Nvidia ha superato i 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione (più del PIL francese!) e il settore tecnologico ha guadagnato oltre il 30% in un anno.
Almeno per gli investitori in dollari, non penalizzati dalla debolezza della valuta.
A guidare questa corsa sono stati gli investimenti nell’Intelligenza Artificiale. Soldi veri, tanti soldi.
Qualcuno parla di bolla, altri non ne vedono i presupposti. Di certo, le famiglie americane stanno pagando il prezzo dell’erosione del potere d’acquisto e di un mercato del lavoro indebolito.
La Federal Reserve, in un clima politico sempre più teso, ha avviato il taglio dei tassi, rinunciando di fatto a combattere l’inflazione. L’obiettivo? Stimolare l’economia ed evitare una recessione che molti avevano previsto, ma che non si è ancora materializzata.
In Cina la grande vittoria è stata sul fronte delle terre rare, elemento cruciale per tecnologia e difesa.
Nonostante la deflazione che frena i consumi interni, i mercati cinesi hanno mostrato segnali di ripresa grazie alla tecnologia e agli stimoli pubblici.
Ma la vera sorpresa del 2025 è stata l’Europa.
Nonostante la crisi energetica e l’aumento dei dazi USA, l’attività economica è cresciuta con regolarità. Politiche fiscali espansive e una banca centrale più accomodante hanno creato un contesto favorevole, pur in una cornice politica frammentata.
Tuttavia, l’assenza di un piano ambizioso sull’IA e di una vera Europa politica rischia di condannare il continente all’irrilevanza nel medio termine.
Intelligenza Artificiale: la rivoluzione corre
Non posso chiudere senza parlare del tema principe del 2025: l’IA.
Gli investimenti nelle infrastrutture digitali sono esplosi, i data center sono diventati veri e propri “stabilimenti energetici digitali”, con consumi enormi.
La grande criticità resta la necessità di accelerare sulla transizione energetica. Senza una forte accelerazione l’intero ecosistema rischia di rallentare.
Sul fronte dei mercati, il settore viaggia su multipli elevati (circa 27 volte gli utili futuri), richiamando inevitabilmente la bolla dotcom.
Ci sono analogie, certo, ma anche differenze importanti: oggi parliamo di colossi che generano miliardi di utili reali. Sarà il futuro a dirci se si tratta di una bolla.
Tra i grandi beneficiari di questa rivoluzione c’è il settore sanitario, dove l’IA sta trasformando diagnosi, cure personalizzate e ricerca. Dopo un periodo di incertezze regolamentari, nuovi accordi e operazioni industriali hanno riportato fiducia in un comparto già solido e promettente.
Oro: rifugio o speculazione?
Ultimo grande tema del 2025: l’oro.
La corsa è stata impressionante, spinta dalle banche centrali (Cina in testa) che aumentano le riserve in metallo giallo riducendo quelle in dollari. L’incertezza geopolitica giustifica l’apprezzamento, ma la sensazione che stia correndo troppo è innegabile.
Cosa ci insegna il 2025
Chiudiamo un anno positivo, ma con alcuni punti di attenzione:
- Azioni e obbligazioni si sono mosse spesso nella stessa direzione, riducendo il ruolo dei titoli di Stato come porto sicuro.
- L’oro ha oscillato tra bene rifugio e asset speculativo.
- Lo strapotere USA nel mercato azionario globale rende essenziale una vera diversificazione internazionale.
Il 2025 ci ha mostrato un mondo più multipolare, più digitale, e paradigmi che cambiano rapidamente. Il nostro compito resta invariato: costruire portafogli solidi e resilienti, capaci di attraversare le trasformazioni senza perdere di vista gli obiettivi di lungo termine. Obiettivi di vita, non di mero guadagno.
Con questa newsletter chiudo un anno intenso, complesso, ricco di lezioni e nuove consapevolezze.
Grazie per la fiducia, per le domande che spingono a ragionare meglio e per la voglia di costruire insieme un futuro finanziario più solido e sereno.
E in un mondo che corre sempre più velocemente, vi auguro un Natale lento e sereno, circondato dagli affetti più cari.
Ci vediamo nel 2026!
