Il 2 aprile 2025 è stato il “Liberation Day” di Donald Trump.
E da lì, nel giro di poche ore, si è riacceso il solito copione: titoloni allarmistici, mercati nel panico, minacce di nuovi dazi, dichiarazioni a effetto, tweet infuocati.
E naturalmente, l’inevitabile “crollo dei listini”.
I giornali di quei giorni parlavano di “tempesta perfetta”, “mercati sotto shock”, “miliardi bruciati”.
Effettivamente, per qualche giorno l’indice MSCI World ha segnato forti ribassi.
Poi… il nulla. Nel giro di quattro settimane tutto è tornato com’era prima. Come se non fosse successo niente.
Eppure basta un rimbalzo e i titoli diventano trionfali: sembra che investire sia come giocare alla roulette.
Oggi vinci, domani chissà.
Il problema?
Questo modo di raccontare la finanza è fuorviante. Fa sembrare gli investimenti una questione di fortuna, quando invece sono (devono essere) frutto di strategia, metodo e consapevolezza.
Chi scrive di mercati DEVE vendere la notizia. E allora giù con le previsioni vestite da certezze, con l’esaltazione dell’euforia e l’urlo del pericolo. Nel frattempo chi legge può finire per prendere decisioni finanziarie su basi fragili, parziali… o sbagliate.
Investire non è un Gratta e Vinci.
I mercati non salgono all’infinito. E nemmeno scendono all’infinito.
Ogni movimento ha una logica. Solo che, spesso, la capiamo dopo.
Seguire l’onda delle notizie è come guardare solo il primo tempo di una partita e pretendere di conoscere già il risultato.
La verità?
La finanza è fatta di cicli: salite, discese, opportunità e insidie. E per attraversarla serve competenza, metodo e visione di lungo periodo. Tutto il resto è solo rumore.
Ecco la lezione più importante: molto spesso le notizie che leggiamo ogni giorno sono semplicemente rumore.
E il rumore è il peggior fondamento possibile per prendere decisioni finanziarie serie.
Ora, senza bisogno di smettere di leggere i giornali, distruggere la televisione e buttare pc e smartphone nella spazzatura per evitare le montagne russe della Borsa, c’è un avvertimento che posso darti se hai investimenti pensati per la crescita nel lungo periodo. Che non può prescindere da una buona componente azionaria adeguata al tuo profilo di rischio: concentrarti sulle notizie di breve termine può essere fuorviante. E spesso dannoso.
Certo, c’è chi per lavoro deve guardare i mercati ogni giorno: i trader, i gestori di Hedge Fund. Buffett, Ackman, Burry. O i giornalisti economici.
Ma noi siamo investitori.
Persone che investono per:
➢ integrare il proprio reddito o la pensione,
➢ mandare i figli all’università,
➢ costruire (o sostenere) un progetto di vita,
➢ affrontare gli imprevisti con serenità.
La crescita lenta e silenziosa del tuo capitale in 10 o 15 anni non finirà mai in prima pagina. Ma sarà proprio quella a fare la differenza per il tuo benessere finanziario.
Farsi distrarre troppo dall’attualità, invece, significa rischiare di barattare quella crescita preziosa con stress, ansia e frustrazione. E ogni volta che penserai ai tuoi soldi lo farai con preoccupazione.
Ma non è questo il senso dell’investire.
Quindi veniamo alle cose serie in base agli avvenimenti delle ultime quattro settimane:
Scampato pericolo?
Non lo sappiamo. Attenuato il panico dei primi giorni di aprile – quando sembrava fosse arrivata la fine del mondo – ora si faranno i conti con i danni già fatti: calo di fiducia, crisi di credibilità della leadership USA, nuovi equilibri nelle trattative sui dazi.
Ci saranno degli impatti concreti?
Direi di sì. I dazi, che comunque ci saranno, avranno effetti presumibilmente negativi sui costi di produzione, sul commercio globale, sull’economia reale, sull’inflazione, sui consumi, sull’occupazione. E sulle mosse future di governi e banche centrali.
Ci aspettano nuove giornate di nervosismo e volatilità?
Molto probabilmente sì. Perché l’incertezza è sempre una pessima compagna nei mercati.
Cosa puoi fare?
La prima cosa importante: rifletti su come hai vissuto questo mese.
Com’è stato il tuo stato d’animo? Come ti sei sentito leggendo le notizie?
Usalo come un test per misurare la tua tolleranza alla volatilità.
Perché potresti averla sopravvalutata. O, perché no, sottovalutata.
E se vuoi degli spunti concreti per prendere delle decisioni sui tuoi investimenti, ti invito a rileggere le ultime tre newsletter:
⇨ Facciamo un punto prima delle vacanze
⇨ Edizione straordinaria: il ritorno dei dazi e la risposta dei mercati
⇨ Aprile: tra festività, ponti e incertezze di mercato
In un mondo dove ogni notizia sembra dover cambiare il corso dei tuoi investimenti, la vera differenza la fa il metodo.
Non serve rincorrere ogni titolo o agitarsi a ogni scossone dei mercati: serve invece un piano solido, personalizzato, costruito sui tuoi obiettivi reali.
Se senti il bisogno di mettere ordine tra informazioni, emozioni e decisioni economiche, è il momento giusto per parlarne.
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